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Centro studi per la salute della donna

Dal sito del Giornale di Brescia:

Centro studi per la salute della donna

E’ un network internazionale di ricercatori mondiali nato dalla collaborazione tra Fondazione Golgi e Università. Si comincerà analizzando la depressione, lo stress e i meccanismi della memoria femminile

Un network internazionale di ricercatori e specialisti che avrà nella Leonessa e nella neonata realtà di ricerca un nodo centrale. Dalla collaborazione tra la Fondazione “Camillo Golgi” e l’Università degli Studi è nato il Centro universitario di studio e ricerca sulla salute della donna che avrà sede nel Dipartimento materno infantile e di tecnologie biomediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Il Centro, intitolato, come la Fondazione, al Premio Nobel per la Medicina, si pone da subito l’obiettivo di instaurare sinergie e collaborazioni a livello internazionale, per progetti che approfondiscano i diversi filoni di ricerca legati alla salute e al benessere femminile. All’interno del Centro il personale universitario e ospedaliero coopererà con ricercatori esterni ( la Fondazione Golgi metterà a disposizione un assegno di ricerca) e si muoverà sin dai primi giorni per costruire una rete di collaborazioni con studiosi, italiani e stranieri, che lavorano all’estero.

Collaborazioni Internazionali

“Si tratta di un’iniziativa diversa rispetto a quelle promosse in passato dalla Fondazione. Con questo progetto ci avviamo a costruire una rete di collaborazioni, di livello nazionale e internazionale”, ha sottolineato Pier Luigi Streparava, presidente della Fondazione Golgi, presentando il Centro con Sergio Pecorelli, ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologia dell’Università e presidente del Comitato Scientifico del nuovo centro e Pierfranco Spano, docente di Farmacologia alla Statale e direttore scientifico della neonata realtà.

Dagli Stati Uniti è arrivata appositamente Cristina Alberini, che lavora da anni in America (nel suo percorso di ricerca ha svolto alcuni studi anche alla Statale) e ha lavorato nel laboratorio di Eric Kandel), Premio Nobel per la Medicina, alla Columbia University di New York. La ricercatrice italiana, che attualmente insegna alla Mount Sinai Medical School di New York, studia i meccanismi della memoria e ha accolto con entusiasmo l’idea di avviare un percorso comune di ricerca con il nuovo centro nato all’interno della Statale. “In momenti estremamente difficili per il Paese, in cui trovare fondi per la ricerca è ancora più difficile – ha commentato Pecorelli – avere enti che hanno come mission la ricerca è estremamente importante. Lo scopo del Centro è anche quello di seguire i giovani ricercatori”.

Si comincia dalle neuroscienze

Il Centro partirà con un progetto nel campo delle neuroscienze che studierà la depressione, lo stress e i meccanismi della memoria nella donna. Camillo Golgi fu uno dei padri delle neuroscienze e degli studi sul sistema nervoso e il Nobel per la Medicina vinto nel 1906 assieme al collega spagnolo Santiago Ramon Y Cajal gli fu assegnato per la scoperta della “reazione nera”, una tecnica rivoluzionaria che ha permesso di colorare per la prima volta un’intera cellula e i suoi prolungamenti, svelandone la morfologia. “Gli ultimi dati dell’Oms e del National Institutes of Health – ha ricordato Spano – dicono che nei prossimi dieci anni la depressione sarà la patologia più diffusa. Fino ai diciotto anni, non c’è alcuna differenza, tra donne e uomini, sul fronte dell’incidenza della depressione, ma dopo è doppia nelle donne. E’ importante perciò capire le cause di queste differenze”, Cristina Alberini studia in particolare i modelli di memoria emotiva. “Esiste una relazione importante tra depressione, stress e memoria – ha spiegato la ricercatrice. Nella memoria a lungo termine, in particolare, la componente emotiva ha una valenza notevole. Perché un evento possa diventare memoria a lungo termine è necessario che il primo sia legato a un’emozione. Traumi e forti stress vengono ricordati a lungo. Capire cosa succede in questi processi della mente è importante per prevenire malattie come la depressione”.

Paola Gregorio