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Giornale di Brescia – Salute & Ricerca

Dal sito del Giornale di Brescia:

STUDIO/1 Nascere senza milza: scoperta la proteina responsabile

Sulla rivista scientifica americana “ Science” un lavoro firmato anche da Alessandro Plebani, direttore della Clinica Pediatrica: “ Conoscere la causa dell’asplenia congenita ci permette di capire perché l’organo non si sviluppa”

Se si dovesse chiedere alle persone dove è la milza, non ci si dovrebbe sorprendere se la maggior parte manifestasse una certa difficoltà a localizzarla all’interno del nostro organismo. Sapremmo tutti indicare senza alcuna esitazione dove si trovano il cuore, i reni e il fegato ma per la milza qualche difficoltà ci sarebbe. Questa scarsa conoscenza sulla sua localizzazione e, soprattutto, sulla sua funzione, deriva in parte dal fatto che per questo organo non vengono riferite malattie specifiche. Quando abbiamo un’infiammazione del fegato parliamo di epatiti, del rene parliamo di nefriti, del pancreas parliamo di pancreatiti, e via di seguito. Ma avete mai sentito parlare di “ splenite” per intendere un’infiammazione della milza? E’ improbabile: le vere e proprie patologie della milza sono poche e nella maggior parte dei casi si tratta di un coinvolgimento secondario ad un’altra malattia, raramente è primitivo.

Forse avrete sentito parlare di “male di milza” da bambini quando, dopo una corsa, avrete avvertito un dolore trafittivo a livello addominale a sinistra. E’ vero, il dolore parte dalla milza ma non si tratta di una malattia…semplicemente si tratta di una contrazione della milza stessa che serve per immettere più globuli rossi ( e quindi più ossigeno per il corridore) nel torrente circolatorio.

Ma a cosa serve la milza? Come spesso succede in medicina per capire meglio a cosa serve un organo è importante vedere come è fatto, che cosa si trova al suo interno e cosa succede a chi ne è per qualche ragione sprovvisto.

Se esaminiamo la milza al microscopio, vediamo che la maggior parte delle cellule che la popolano è rappresentata dai linfociti che sono distribuiti a costituire dei nidi lungo il percorso dei vasi sanguigni. Si sa che i linfociti svolgono una funzione indispensabile nel difenderci dai vari microrganismi ed è per questo che la milza svolge un ruolo chiave nella difesa contro le infezioni, in modo particolare nei primi anni di vita. Questa sua importante funzione è ulteriormente confermata, quando, per ragioni varie, questo organo va incontro ad una atrofia che elimina la sua funzione. Questo succede in varie patologie del globulo rosso come la talassemia o la sferocitosi dove la milza è chiamata a svolgere un superlavoro che la porta al suo “esaurimento”.

Si parla in questo caso di asplenia funzionale: la milza funzionalmente integra all’inizio è andata in seguito incontro ad una progressiva perdita di funzione. In questi casi il paziente è esposto ad un elevato rischio di contrarre infezioni gravi come le sepsi ed è per questo che questi pazienti devono fare una profilassi antibiotica antinfettiva continuativa.

Esiste anche un’altra condizione legata ad un mancato sviluppo della milza dalla nascita. Si parla in questo caso di asplenia congenita: i soggetti affetti mancano fin dalla nascita della milza e presentano un rischio elevato di morte per infezioni gravi quali le sepsi.

Fino a poco tempo fa nulla si sapeva sulle cause del suo mancato sviluppo. Questo mistero è stato risolto da un lavoro recentemente pubblicato sulla rivista medico-scientifica “ Science” nel quale è stato infatti identificato il difetto genetico responsabile dell’asplenia congenita. Si tratta di un lavoro coordinato dal Prof. Jean Laurent Casanova e dal Dott.Alexandre Bolze della Rockfeller University che vede la collaborazione di vari gruppi di ricerca internazionale e che è firmato, per la parte italiana, dal Prof.Alessandro Plebani, direttore della Clinica pediatrica dell’Università degli Studi e degli Spedali Civili di Brescia e direttore scientifico dell’Istituto di Medicina Molecolare A.Nocivelli.

Il lavoro è stato supportato anche dalla Fondazione Camillo Golgi .

“Il mancato sviluppo della milza è causato da alterazioni del gene RP-SA che risultato mutato in circa il 50% dei pazienti con asplenia congenita. Questo gene codifica per una proteina che entra a far parte dei ribosomi ( la fabbrica delle proteine) e svolge anche una funzione nella interazione cellulare e nello sviluppo dei vari tessuti.

Al momento non è noto come alterazioni di questo gene provochino l’arresto nello sviluppo della milza – spiega Plebani – . E’ sorprendente notare che alcuni anni fa l’identificazione del difetto genetico rappresentava il punto di arrivo degli studi miranti a comprendere la causa delle malattie. Ci si arrivava partendo dalla conoscenza della funzione di una proteina e quindi dall’ipotesi che questa proteina provocasse la malattia perché difettiva essendo stata prodotta dal corrispondente gene alterato.

Attualmente avviene il contrario . Infatti, in seguito ai progressi tecnologici impensabili prima del

sequenziamento del genoma umano, si arriva a identificare il gene responsabile di una malattia prima di conoscere la funzione della proteina per la quale il gene codifica. Questo è quanto avvenuto anche nel presente lavoro: partendo dal difetto genetico, identificato mediante il sequenziamento del genoma, è stata identificata la proteina che causa l’assenza della milza.

Come questa proteina alterata impedisca lo sviluppo della milza è la domanda alla quale si cercherà di dare una risposta nei prossimi anni, questo anche per migliorare l’assistenza ai nostri piccoli pazienti”.

STUDIO/2 Sostegno del Nocivelli e del Golgi

La Clinica pediatrica dell’ Ospedale dei Bambini al Civile di Brescia è costantemente impegnata nella ricerca sulle malattie del bambino, in particolare sulle malattie del sistema immune.

“ Il lavoro appena pubblicato sul Science dimostra l’attenzione che i nostri ricercatori riservano allo studio. Questo è possibile perché la Clinica pediatrica è centro di riferimento nazionale ed internazionale per le immunodeficienze primitive e vi afferiscono numerosi bambini inviati da tutte le parti del territorio nazionale e non solo – spiega Plebani – . La possibilità di vedere tenti bambini con difetti del sistema immune e di seguirli nel tempo ci consente di identificare alcuni aspetti clinici che sono peculiari di alcune forme di immunodeficienze e non di altre e di avere la possibilità di partecipare a studi collaborativi internazionali come quello qui menzionato” . Un obiettivo reso possibile dalla presenza all’interno degli Spedali Civili dell’Istituto di Medicina Molecolare “ Nocivelli “ , centro di ricerca e di diagnosi molecolare avanzata per numerose patologie di interesse ginecologico e pediatrico, e grazie al contributo di istituzioni come la Fondazione Camillo Golgi. L’istituto è un luogo dove ricercatori, dottorandi, assegnisti, personale tecnico e biologi dell’Università e del Civile interagiscono con i medici che svolgono attività clinica.

Plebani : ”Un’integrazione tra clinica e ricerca, che vede realizzato il detto “ from the bench to the bed” e viceversa secondo il quale la ricerca migliora la clinica e la clinica fornisce spunto di lavoro alla ricerca”.