Il progetto

La Fondazione Golgi ha promosso fin dalle sue origini la ricerca medico-biologica e gli scambi scientifici  nel campo materno-infantile.

Oltre alle molteplici ricerche sviluppate nel corso degli anni la Fondazione Golgi,  unitamente all’Università degli Studi  di Brescia,  agli inizi del 2009 ha fortemente voluto e fondato il “Centro di Studio e di Ricerca sulla salute della Donna” versando un contributo economico iniziale e con l’impegno di finanziare la ricerca futura.

Questo nuovo Centro, che ha come Presidente del Consiglio il Prof. Pierfranco Spano e come Direttore Scientifico la Prof.ssa Cristina Missale, utilizzerà personale scelto universitario, ospedaliero e  ricercatori che hanno come scopo primario quello di portare avanti la ricerca affidata.

Sottolineiamo l’importanza della Fondazione Golgi in un momento di grave crisi del paese nel quale è estremamente difficile trovare ricercatori.

Ed è proprio in momenti come questi che è importante la presenza di enti senza scopo di lucro come la Fondazione Golgi che sostengono privatamente la ricerca, unendo talenti e risorse

Nel mese di maggio abbiamo  avuto il piacere di ospitare la Dr.ssa Alberini (insignita lo scorso anno della Golgi Medal Award) venuta appositamente dagli Sati Uniti  per collaborare e confrontarsi con i nostri ricercatori

La Dottoressa è esperta di stress, memoria e depressione, argomenti e problematiche che riguardano in particolare la donna.

A questo proposito ricordiamo una radice importante di Brescia, il premio Nobel  Camillo Golgi  (1906) che per primo studiò la cellula nervosa e che fu fondatore delle neuroscienze.

Altro premio Nobel fu conferito a Rita Levi Montalcini sempre nello stesso ambito di ricerca.

La fondazione vuole partire proprio da un progetto nel campo delle neuroscienze modificando però il modo di procedere.

L’intenzione è quella di un progetto che si estenda e crei un network internazionale avente come leader la Dott.ssa Alberini e si partirà proprio dallo studio della correlazione tra  la depressione, lo stress e la memoria. Argomenti di grande importanza e attualità.

Ecco la nostra grande sfida, portare avanti una ricerca neurobiologica sulla depressione per poi riversare questa conoscenza in campo  medico e clinico.

Vi presentiamo una breve relazione fornita dalla Dr.ssa Alberini durante l’incontro di maggio su questi argomenti:

“Sono problemi fondamentali nel campo delle neuroscienze e senza dubbio c’è un forte legame tra memoria stress e depressione.

I meccanismi che sottostanno alla formazione delle memorie sono meccanismi di plasticità cerebrale e neurale e vengono ripresi nelle malattie; ovviamente c’è qualcosa che va male, che  si rompe nelle malattie come la depressione, ma utilizzando la ricerca e quello che si riesce a capire dai meccanismi di plasticità si può prevenire e curare queste malattie, capire e riparare.

Più in particolare nella formazione delle memorie a lungo termine c’è una componente emotiva che può essere negativa o positiva (presenza di traumi ripetuti o molto gravi) che appunto  porta a costituire queste memorie che influenzano i nostri atteggiamenti e portano spesso a patologie come la depressione  o come il disordine post traumatico da stress. Quindi capire cosa succede durante questi processi è fondamentale per prevenirli e poi curarli.

La fondazione Golgi sta cercando di fare una cosa molto importante, non solo iniziare progetti di ricerca  ma crearli anche in modo diverso unendo e intersecando gli studi dei nostri ricercatori con quelli di ricercatori, italiani e no, all’estero arrivando a dei risultati più rapidi e importanti, creando quindi un importante  network di ricerca”

Sottolineiamo quanto questo tipo di collaborazione possa anche rappresentare una grande opportunità di  sviluppo delle capacità sia per  un ricercatore all’estero che per i nostri in Italia.

La volontà della Fondazione è quella di continuare su questa strada seguendo con costanza la crescita di questo network internazionale e la mobilità dei ricercatori stessi.

Il progetto sarà biennale e vede per ora  interessati una decina di ricercatori tra quelli in Italia e quelli che collaborano con la dott.ssa Alberini  negli  Stati Uniti , ma il progetto crescerà e vedrà la collaborazione di un grande numero di ricercatori.

Le risorse della Fondazione sono date unicamente dai contributi dei soci ma  pur essendo limitate non impediscono iniziative come questa.

La speranza è quella di poter accedere anche a fondi dedicati internazionali.

L’Ambasciata Italiana a Washington che rappresenta ormai la nostra “sede” in America ha accolto con entusiasmo i programmi di ricerca e la formazione di questo network.